Nella piazza del mondo
Fonte: www.comune-info.net
Ci piacerebbe non suonasse retorico, perché se c’è un aggettivo del tutto estraneo a chi nella piazza della stazione di Trieste offre scarpe, cibo, vestiti, ascolto e cure ad altre persone che arrivano dalla cosiddetta Rotta Balcanica, quello è proprio “retorico”, cioè enfatico e sostanzialmente vuoto di passione vera e concretezze. E tuttavia, nel provare a restituire un senso all’idea stessa del far politica e poi darsi – in essa – una minima scala di priorità dell’importanza delle cose, non può non venire in mente l’abissale distanza tra quello che raccontano a Linea d’Ombra ODV e le miserie di questa nuova imperdibile campagna elettorale sotto l’ombrellone. Sarà che poi, in fondo, proprio alla radice delle cose che diventano realtà, è proprio tutta una questione di ombra. Quella della Linea dell’associazione triestina, quella che nasconde la lotta senza esclusione di colpi per conquistare posizioni nelle liste per un posto al sole e quella delle donne e degli uomini che arrivano stremati a Trieste e che d’ombra e nient’altro sono fatti.

Lunedì 15 agosto circa 170 persone migranti nella piazza del mondo. Una buona parte di queste sono persone in cosiddetta ‘accoglienza’, munite cioè di un documento della questura, che avrebbero diritto a un tetto e al vitto quotidiano. Ma non è così.
L’accoglienza istituzionale è al collasso, pur non essendo i numeri complessivi eccezionali. Stenta moltissimo anche a organizzarsi la cosiddetta accoglienza di ‘bassa soglia’ fra il diurno e notturno dell’associazione S. Martino al campo e della Caritas. Ci siamo noi, che non stiamo in piazza per supplire alle carenze istituzionali, ma per incontrare coloro di cui nessuno si occupa, gli uomini ombra, ma anche, negli ultimi mesi, famiglie con bambini piccolissimi, caduti nei buchi delle maglie di smuggler o passeur. Non ci tiriamo indietro, però, di fronte a chi ha fame…

È tutto un mondo migrante dai disastri dell’Occidente rapinatore, delle potenze mondiali, che guerreggiano, minacciano, gonfiano i muscoli atomici; un mondo che annuncia la catastrofe della civiltà delle merci e della terra dissanguata. Se noi riusciamo a reggere – con fatica, quattro gatti… – è grazie alla rete solidale che si è formata e che ci permette di far fronte alle spese di vita.
La piazza del Mondo non potrebbe esistere ogni giorno, tra cura dei piedi, distribuzione di cibo, scarpe, indumenti, giochi di palla e anche musica, quando si può, e quant’altro senza questo flusso continuo, anche di incontri con giovani e meno giovani…insomma – semplicemente – un luogo di vita, una minuscola polis: politica dunque – vera politica: solidarietà rispetto del diritto essenziale di andare dove ciascuno vuole – mentre sfila sui media la triste parata dei soliti noti, degli aspiranti al saccheggio del denaro pubblico…
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