Pandemia o equità?

Fonte: www.comune-info.net
Un reddito universale di base. Investimenti immediati per un radicale cambiamento in fatto di salute, cibo, casa, educazione. Una patrimoniale equa e rigorosa, ma anche l’utilizzo di strumenti legittimi e coraggiosi come l’esproprio per pubblica utilità sociale. Non c’è tempo, di questo occorre discutere.

Cominciano le rivolte ed era prevedibile, visto che si pretendeva di ricominciare come se nulla fosse e come se tutto fosse passato. Partono le rivolte con meccanismi manzoniani, spinte pure da provocatori e da gruppi e lobbies che hanno contribuito fortemente nei tempi delle loro vacche grasse alla disuguaglianza sociale che c’era anche prima e ora è più drammatica che mai. “La folla in tumulto si muove ed opera precipitosamente, con disordine, nulla la può fermare e nella sua corsa pazza eccede e trascende, anzi il più delle volte inconscia va contro i fini, per i quali crede di essersi sollevata. La massa, dominata dalla rabbia inconsulta, nelle rivolte istintive viene suggestionata ed agitata dai più audaci, dai facinorosi, dai furbi opportunisti e dai pericolosi sobillatori di professione i quali hanno buon gioco a soffiare nelle passioni che l’hanno accesa e spinta alla ribellione per spingerla dove vogliono. I prudenti, i saggi e i veri resistenti all’istinto e seguaci della ragione, vengono travolti i e schiacciati”.
Non è più tempo di teorie e fantasie. Occorre che chi governa agisca o che lo facciano le basi responsabili e che “resistono facendo” e non solo “dicendo o docendo”. Lo facciano in fatto di ecologia, di economia, educazione, salute, lavoro. Prima che sia davvero troppo tardi, un tardi che non è domani ma purtroppo hic et nunc. L’origine è sempre la stessa, nei mali materiali e sociali.
«La disuguaglianza fu introdotta dalla proprietà privata, nel momento in cui l’uomo spinto da un istinto di cupidigia e di rapina per la prima volta circondò con un recinto un pezzo di terra e disse: “Questo è mio”, vietandone l’uso agli altri. Da questo momento gli uomini si divisero in padroni e schiavi, ricchi e poveri, sfruttati e sfruttatori e divennero disuguali e dalla disuguaglianza derivarono i vizi, le guerre, i disastri ambientali e sanitari e tutta la corruzione propria della civiltà. Di essa sono espressione anche le istituzioni politiche esistenti che mirano a conservare la proprietà e la disuguaglianza e perciò devono venire rovesciate per restituire agli uomini la condizione di primitiva uguaglianza e proprietà comune alle quali sono destinati per natura». (Jean Jacques Rousseau)
Riflettiamo anche su questi dati per capire l’italica “socialità”:
- 5 milioni di autonomi e professionisti;
- 3 milioni e mezzo di dipendenti pubblici;
- 16 milioni di dipendenti privati;
- 16 milioni di pensionati;
- 10 milioni di studenti da materne a università;
- 6 milioni di disoccupati, inoccupati o sotto occupati.
Quali potrebbero essere le azioni fattibili da subito?
- Un reddito universale di almeno mille euro mensili a 10 milioni di poveri onesti e senza lavoro.
- Investimenti e risorse per un radicale cambiamento in fatto di salute, cibo, casa, educazione sottraendoli al mercato privato.
- Reperimento di fondi (pochi, maledetti e subito) dall’Europa ma soprattutto attraverso queste doverose, e forse tardive, azioni indispensabili e decise:
- Recupero di quasi 500 miliardi di latrocinio l’anno tra evasione fiscale, elusione, sommerso e compensi esorbitanti per prestazioni private e pubbliche mediocri e inutili cui nessuno finora ha messo mano.
- Introduzione di una patrimoniale equa e rigorosa e di un riordino graduale fiscale verso una specie di Fattore 12 (massima differenza assoluta tra redditi e patrimoni minimi e massimi) produrrebbe nei primi tempi un gettito annuo di più di 200 miliardi.
- Azioni di equilibrio su conti in banca, seconde e terze case, accumulo e speculazioni agendo sulle tasse e sulle imposte.
- Se poi le tasse, il recupero dell’evasione e le patrimoniali non bastassero o venissero aggirate non resterebbero che strumenti legittimi e coraggiosi come espropri per pubblica utilità sociale e confische.
Non c’è un altro modo per uscirne. Occorre una saggia e non demagogica interpolazione tra protezione e prevenzione, azioni di equità sociale e ridistribuzione della ricchezza che sappiamo bene quasi sempre malamente acquisita. Si oppongano rivolte non violente ed attive, disobbedienze e piazze civili alle folle manzoniane manovrate altrove proprio da chi ci ha ficcato in questa tragedia e vorrebbe specularci ancora. Questo farebbe un governo progressista. Questo, credo, farebbero i cittadini onesti, consapevoli e libertari.
Scritto da Giuseppe Campagnoli
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