La Banca del Tempo, un investimento molto redditizio
Fonte: www.timermagazine.press
di Stefano Chiaramonte

“La durata delle cose, misurata a periodi, specialmente secondo il corso apparente del sole”: questa è la definizione generica del concetto di “tempo” fornita dal dizionario della lingua italiana. In realtà, considerando tutte le entità in cui la categoria del “tempo” riveste un ruolo centrale, possiamo elencare una pluralità di significati e di concetti, ciascuno inerente in maniera specifica ad un dato settore.
Nel campo della musica l’accezione di “tempo” è alla base del ritmo e della melodia e si definisce, appunto, come “tempo musicale”. Nella poesia ci sono tempi da osservare e scandire, in quanto sono parte di una metrica, cioè dell’arte di comporre in versi.
Il “tempo atmosferico”, come tema di dialogo e di confronto interpersonale, è frequentemente citato quale insulso e comodo oggetto di conversazione quando si scopre di non sapere cosa dire o di quali argomenti chiacchierare con un interlocutore.
Nel campo della Filosofia, è stato oggetto di perenne indagine. Eraclito, Galileo, Kant, Einstein, Reichenbach si rifacevano al concetto di “tempo oggettivo” che concepisce il tempo come ordine misurabile del divenire, ovvero del movimento storico-cronologico, del fluire dei giorni e delle notti, delle stagioni, degli anni. Hegel, Bergson, Husserl avevano una visione “soggettiva” legata al concetto di coscienza, per cui ogni effettiva esperienza vissuta è necessariamente qualcosa che dura e che quindi si inserisce in un infinito continuo di durate. Proprio tenendo conto di quelle impareggiabili costruzioni del pensiero e dello spirito umano, che hanno avuto per oggetto il problema del “tempo”, non è per nulla scontato, né banale, considerarlo come il principio essenziale che riesce a conferire un senso ed un valore alla nostra esistenza, individuale e collettiva,
In questo contesto si inseriscono le Banche del Tempo, un sistema in cui le persone si scambiano “tempo” reciprocamente sotto forma di attività, servizi, competenze, per aiutarsi nelle piccole necessità quotidiane sulla base della reciprocità e differite nel tempo, secondo il principio che si dona quando si può e si riceve quando si vuole. In questo modo, si può mettere a disposizione qualche ora del proprio tempo per fare una piccola riparazione, fare compagnia ad un anziano, dare una ripetizione di matematica, fare la spesa, fornire consulenze, portare a spasso un cane, accudire un gatto, annaffiare un giardino. Non è necessario offrire servizi professionalmente qualificati. Il valore delle attività scambiate corrisponde unicamente alle ore impiegate per realizzarle e la regola è coniugare l’utilità con il piacere.
Le Banche del Tempo sono organizzate come istituti di credito in cui le transazioni sono basate sulla circolazione del tempo, anziché del denaro. Non si maturano mai interessi né in attivo né in passivo e non si diventa debitori o creditori verso una persona, ma nei confronti della banca che così incrocerà domanda e offerta nel modo migliore. L’unità di misura del valore è costituita dall’ora (con le sue frazioni e multipli), indipendentemente dal prezzo di mercato della prestazione. Il sistema si basa quindi sul principio di pari dignità delle attività scambiate e su quello di reciprocità perché chiunque è portatore di valori: si annullano tutte le differenze di genere, età, censo, reddito, grado di istruzione.
Il tempo degli individui, dell’esistenza quotidiana di ciascuno di noi, rappresenta una risorsa di valore inestimabile, non sul piano economico-materiale bensì su quello più propriamente estetico-spirituale. Purtroppo, nella maggioranza delle esistenze individuali, il tempo viene sprecato e speso male, se non malissimo, ovvero viene “ammazzato”, svuotato di ogni senso proprio, sicché è la propria vita ad essere abbruttita ed impoverita. La Banca del Tempo offre un’alternativa validissima.
La prime Banche del Tempo sono nate nel 1995 in Emilia Romagna ma è solo nel 2000 (legge n. 53 “Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi della città”.) che vengono riconosciute come Organizzazioni i cui aderenti “intendono scambiare parte del loro tempo per impieghi di reciproca solidarietà e interesse”. Alla fine del 1995 nasce l’Osservatorio Nazionale ”Tempomat” che raccoglie la documentazione delle Banche del Tempo e ne effettua il censimento costante, organizza convegni, attiva laboratori di formazione, diventando in breve tempo il centro di propulsione dell’esperienza italiana. Finalmente nel 2007 viene costituita ufficialmente l’Associazione Nazionale delle Banche del Tempo, concepita non come un’organizzazione gerarchica, ma come una rete, con “nodi” regionali e provinciali. Le banche che aderiscono, oltre un centinaio in tutta Italia, rimangono autonome nella progettualità e nell’organizzazione mantenendo la propria identità ed originalità. L’Associazione Nazionale vuole mantenere solo un profilo di coordinamento ma al tempo stesso stabilire criteri e principi che garantiscano il funzionamento e il riconoscimento dell’appartenenza, creando uno standard, non rigido ma preciso,
Per saperne di più: https://www.associazionenazionalebdt.it/
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